25 ANNI IN 25 STORIE LA FIDUCIA ARRIVA DALLA COMPETENZA

Sono Antonietta,
e nei primi anni ‘90 ero parte a Santarcangelo dell’equipe di Neuropsichiatria Infantile e Adolescenza che tante volte si è trovata a collaborare e a confrontarsi con la casa famiglia di Valerio e Donatella che già allora ospitava giovani con disabilità molto gravi.
Capitò, parlando dei bisogni del territorio assieme al dott. Bagli, che “buttammo là” a Valerio e Donatella la proposta di aprire un centro diurno per ragazzi con gravi disabilità considerata la loro esperienza. E loro lo hanno fatto!
Da parte nostra è continuata la collaborazione con il neonato centro diurno L’Arcobaleno, in una stima reciproca pur nella differenziazione dei ruoli.

C’è sempre un momento, nella vita dei minori con gravi disabilità, in cui appare chiara la necessità di un qualcosa di più rispetto alle vie “normali”. Mi spiego meglio.
Il lavoro su cui si concentra il nostro Servizio è quello di valorizzare e far emergere tutte le potenzialità del minore con disabilità; risorse che si scoprono grazie, oltre all’insostitubile impegno delle famiglie, alla riabilitazione e agli inserimenti extra familiari.
Cerchiamo di offrire risposte diversificate per le varie situazioni ed in alcuni casi si valuta che l’inserimento a scuola non ha più una valenza utile e pertanto occorrono luoghi che possano continuare a sviluppare e/o consolidare le capacità della persona con modalità mirate e competenze adeguate. Questa è una delle ricchezze dei centri diurni come L’Arcobaleno, oltre ad essere ovviamente un importante sostegno per le famiglie.

Ecco, parliamo delle famiglie. Oggi ci chiedono innanzitutto di non essere lasciate sole, e di contare su un’equipe di professionisti che, man mano che il figlio cresce, possa insieme a loro fare le scelte più giuste per permettere al ragazzo di esprimere le proprie capacità.

Ciò che più fa sentire accolta la famiglia di un giovane con disabilità è un rapporto che riesce ad andare anche oltre l’aspetto tecnico professionale.
Mi ricordo di una famiglia con una madre bravissima, molto attenta e premurosa verso il figlio dal quale non si sarebbe mai staccata. Ma questo figlio diventava grande ed era necessario uno “stacco”. La mamma visse la nostra proposta di inserire il figlio all’Arcobaleno con molta difficoltà e la differenza la fece la fiducia. Così accetto.
È grazie a quel rapporto che dicevo prima, un rapporto che nella professionalità e nella competenza sà andare anche “oltre” agli aspetti tecnici, che posso condividere il ricordo dei volti pieni di soddisfazione di quella madre e di quel figlio dopo un mese di inserimento all’ Arcobaleno. Avevano trovato un luogo che, pur valorizzando la presenza e il ruolo della famiglia, seguiva il figlio “come se fosse a casa sua”.

Antonietta Righi - Assistente sociale ASL di Rimini

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