25 ANNI IN 25 STORIE La dignità nel lavoro
Sono Valerio,
e c’è una scena che ogni anno, nello stesso periodo, mi stringe il cuore: nei momenti di incontro di tutte le nostre sedi per le festività ci troviamo insieme con tante delle oltre 250 persone presenti nelle nostre realtà con diversi tipi di fragilità. Mi salutano tutti, ad uno ad uno, ci tengono a darmi la mano e a sorridermi.
Percepisco che mi salutano come Valerio, non perché sono il Presidente della Cooperativa La Fraternità. È il miglior riconoscimento di quanto abbiamo fatto in questi anni.
Nel 1999 ho ricoperto la responsabilità della Cooperativa. Ero affiancato dalla precedente Presidente, Wanda Ciuffoli. Ricordo che ad ogni riunione prendevo appunti, poi mi confrontavo con lei per la conferma. E così ho imparato giorno dopo giorno a diventare Presidente di questa grande rete che oggi è presente in Veneto, Emilia-Romagna, Marche e Umbria con 12 centri che svolgono varie attività socio educative e 4 realtà che danno lavoro a chi proviene da contesti fragili.
Ciò che mi ha affascinato di più di questa avventura lunga 25 anni è il nostro concetto di lavoro.
Per noi il lavoro è ciò che ridà dignità alla persona.
A me colpisce come Giulietta - che vive con noi in casa famiglia da 44 anni – al Centro diurno al solito orario apparecchia, sparecchia, svuota i cestini e poi chiede sempre agli operatori: «Dite a Valerio che oggi ho lavorato». A casa non lo fa. Andare al Centro ogni giorno è il suo impegno, il suo “lavoro”, per lei è fondamentale.
Viviamo in una società in cui il primo valore che diamo alla quantità di lavoro svolto è quello economico. Per le persone come Giulietta il lavoro ha altri aspetti fondamentali: la creatività, la fantasia, le relazioni, le amicizie.
Nella Fraternità hanno pari valore il lavoro di chi produce biologico nelle aziende agricole, il quadro realizzato in uno dei nostri centri diurni o l’esibizione di chi fa danza-movimento nella nostra Palestra Ag23.
Tocchiamo con mano in tutte le nostre realtà che soltanto sognando insieme si può davvero diventare protagonisti. Insieme, ma con diversi compiti e diversi talenti. Sia che si tratti di ex-detenuti, persone con disabilità o individui che hanno affrontato un percorso di riabilitazione.
Volete sapere qual è il mio sogno? Mi piacerebbe un luogo dove si possa davvero realizzare quel brano di Vangelo in cui il padrone della vigna esce ad ore diverse e dice a chi trova disoccupato: “Vieni a lavorare con me”. E quando arriva la fine della giornata dà ad ognuno quello che è necessario. Nel mondo delle cooperative oggi è impossibile, ma sarebbe bello un giorno proporre lavori anche semplici, ma adatti a tutti quelli che ce lo chiedono. E permettere loro di non stendere le mani per chiedere l’elemosina ma di ritrovare la propria dignità.
Valerio Giorgis - Presidente Cooperativa La Fraternità